Siamo con Alessio Bruni, un giovane residente a Palestrina che, nonostante la sua giovane età, può vantare una grande esperienza nel mondo dell’associazionismo e che ha tra le sue priorità aiutare e sostenere il prossimo, anche attraverso il suo lavoro. Inoltre, Alessio è riuscito a conciliare lavoro e passione, mettendo a disposizione le sue conoscenze mediche a disposizione dei soggetti più deboli e che quotidianamente affrontato ostacoli culturali, economici e\o geografici. Scopriamo qualcosa in più.
Ciao Alessio, raccontaci chi sei e cosa fai nella vita.
Mi chiamo Alessio Bruni ho 25 anni e sono un infermiere. Qualche anno fa ho conseguito la laurea triennale in scienze infermieristiche e subito dopo ho svolto un master di primo livello come strumentista di camera operatoria ed ora sto portando a termine la laurea magistrale in scienze infermieristiche ed ostetrica. Ho avuto svariate esperienze lavorative nell’ambito della terapia intensiva ed in questo ultimo anno ho deciso di intraprendere un percorso imprenditoriale creando una società di servizi sanitari a domicilio, Brunicare.
La mia altra grande passione è l’associazionismo e tutto ciò che da esso deriva. Non a caso qualche anno fa ho creato la mia associazione COMUNITA’ GIOVANILE NESSUNO ESCLUSO con cui abbiamo contribuito ad incrementare l’integrazione di alcuni giovani residenti nel territorio prenestino cercando di solcare gli ostacoli geografici, culturali ed economici che li intrappolavano. Qualche anno più tardi ho fondato un’altra associazione, PALESTRINA IN ROSA, che ha come mission principale la parità di genere e la prevenzione del cancro al seno.
Cos’è e come nasce Brunicare?
È una società nata qualche mese fa ed ha come obiettivo quello di prestare servizio sanitario a domicilio. Ho deciso di avviare questa attività perché nel nostro territorio, data la conversione dell’ospedale di Palestrina in ospedale Covid, abbiamo riscontrato una certa difficoltà da parte delle persone più anziane e\o con disabilità ad accedere a strutture ospedaliere sicure che potessero evitare il rischio di contagio. Vogliamo quindi dare vicinanza a tutte queste persone. Inoltre, vogliamo sostenere le persone che per i motivi sopra elencati non possono andare a svolgere il test covid-19, svolgendo appunto anche test sierologici e tamponi antigenici.
Cos’è e come nasce invece Palestrina in rosa?
Nasce dall’esigenza di portare nel territorio di Palestrina e dintorni un discorso legato alla prevenzione del tumore al seno quindi a mettere al primo posto l’informazione delle donne.
Negli ospedali c’è un grande sistema di prevenzione, vengono infatti effettuati screening gratuiti messi a disposizione dalla regione Lazio, ma c’è anche tutta quella fascia di popolazione che non rientra nel programma di screening e che quindi è costretta a farle privatamente. Quindi Palestrina in rosa è nata con l’esigenza di portare anche questo tipo di servizio e quindi di far effettuare le visite senologiche gratuite tutta la parte che riguarda lo screening del tumore al seno a tutte quelle donne che non rientrano nel percorso di screening regionale ed inoltre anche per sensibilizzare le persone.
A tal proposito, abbiamo organizzato diverse manifestazioni a Palestrina, come una maratona ed una passeggiata dove l’unico requisito era indossare una maglia rosa. Ai partecipanti è stata chiesta una quota simbolica d’iscrizione utilizzata per sostenere le spese relative ai servizi che intendevamo offrire. Inoltre, tutti gli eventi da noi condotti hanno avuto come scopo la raccolta di fondi utilizzati sempre per fini sanitari. Infatti, con i fondi raccolti sono state organizzate delle giornate della prevenzione a Palestrina, svolte in collaborazione con il Susan komen Italia, un’associazione che da oltre 22 anni si occupa di tumore al seno e di prevenzione e con il Policlinico Gemelli con tutta l’equipe del reparto senologia.
Quali consigli ti senti di dare ai giovani?
Ovviamente non è facile perché comunque stiamo vivendo un momento dove sta cambiando la nostra società perché ovviamente sono mutate le nostre abitudini. Il consiglio che mi sento però di dare ai giovani è quello di non smettere mai di sognare e di dare tutto quello che hanno per poter raggiungere i propri obiettivi perché viviamo in un mondo dove c’è tanta superficialità e quindi quando ci sono persone motivate che hanno voglia di: portare a termine un obiettivo, raggiungere un traguardo, coronare un sogno è giusto che lo facciano fino alla fine credendo in se stessi.
Dico infine loro di mantenere e di condividere con gli altri, quei valori che ogni genitore gli ha trasmesso per poter poi raggiungere i propri obiettivi nella vita.