Giancarlo Germani: sposato con un figlio. Avvocato e fondatore dell’associazione “Identità Romena” e dell’associazione “Italia-Romania per l’integrazione e lo sviluppo” da anni impegnato per l’integrazione tra il popolo romeno e quello italiano. Difensore a titolo gratuito di moltissime controversie legali tra romeni e istituzioni italiane.
“Identità Romena” di fatto, di cosa si occupa e come opera sia in Italia sia in Romania?
L’associazione “ Identità Romena” è nata per aiutare e promuovere l’integrazione della comunità romena in Italia. I romeni in Italia oggi sono più di 1.500.000. Essi sono cittadini comunitari e pertanto hanno diritti sociali, diritti politici e doveri, come gli italiani. L’associazione è costituita da cittadini italiani e romeni. Tra i suoi scopi principali c’è quello di aiutare, attraverso l’informazione e la conoscenza, sia dal punto giuridico che sociale, delle norme che consentano, principalmente ai romeni, l’accesso ai servizi sociali, scuole, sanità, ai tribunali e alle istituzioni. I romeni essendo cittadini della comunità europea possono partecipare alle consultazioni politiche e amministrative come soggetti sia attivi che passivi. L’integrazione è la vera sfida che abbiamo davanti. Noi vogliamo aiutare questi cittadini che vengono da paesi lontani con storie diverse. Cerchiamo di evitare che i romeni cadano nei gironi danteschi della xenofobia accompagnandoli in un reale processo integrativo.
Come nasce questo tuo coinvolgimento personale e professionale verso questa comunità?
Nel ‘96/97 come avvocato mi sono recato molte volte in Romania in rappresentanza d’interessi di molte aziende italiane. Più conoscevo questo Paese e più lo apprezzavo. Una terra bellissima, come pure tanto meraviglioso è il suo popolo. In questi continui viaggi mi accorgevo di quanto questo popolo fosse molto vicino a noi, alla nostra cultura e alla nostra storia. Nel loro inno si cita “il nostro sangue scorre nelle vene di Roma”. Qui ho conosciuto e sposato una donna romena. Oggi sia lei che mio figlio hanno doppia cittadinanza Italia/Romania. La mia famiglia, questi continui viaggi facevano sentire sempre più forte in me la voglia di mettere a disposizione la mia professionalità per aiutare questo popolo che sentivo molto a me vicino, oltre che per spirito di giustizia e umanità. Ogni giorno aumentava il mio coinvolgimento con il popolo romeno e le loro problematiche in Italia. Nel 2001 ebbi il mio primo contatto con l’infernale macchina burocratica con cui questi uomini e donne dovevano misurarsi e scontrarsi ogni giorno. Accadde quando con mia moglie andai a richiedere il permesso di soggiorno. Fu quella allucinante, disumana e kilometrica fila (chi vive a Roma certamente le avrà viste) che fece scattare in me la molla che era giunto il momento di fare qualcosa di concreto. Sono stato l’avvocato per tantissime loro controversie con la giustizia e la burocrazia italiana. Nel 2004 fondai l’associazione “ Italia- Romania per l’integrazione e lo sviluppo” costituita con il principale obiettivo di dare assistenza e supporto giuridico/legale ai tanti romeni che per la loro non conoscenza delle leggi italiane venivano spesso vessati dalle istituzioni stesse. Soli con la loro amarezza e la loro disperazione che invece di avvicinarli all’Italia li allontanavano. In questi anni abbiamo fornito assistenza legale gratuita a tanti disperati il cui ammontare si potrebbe quantificare a oltre un milione di €. La lotta alle ingiustizie e la vicinanza ai più deboli, è stata la forza motrice che mi ha fatto impegnare, con tanto affetto, amore e passione, alla difesa di tanti Romeni ma anche Moldavi.
A che punto è arrivato oggi il processo d’integrazione reale tra cittadini romeni e Italiani?
Ormai sono molti i cittadini di questi due paesi che hanno la doppia cittadinanza, molti di loro hanno studiato e si sono laureati qui da noi. Hanno acquistato case e aperto piccole imprese. Hanno creato nuove famiglie. Generazioni nuove di romeni, vanno sempre più integrandosi a pieno con il nostro sistema politico economico. Oggi la questione integrazione, per le sue complicazioni e soprattutto per i suoi ritardi, è diventata un fenomeno che investe non solo la Romania, non solo l’Europa ma ance l’Africa e la Cina. E’ proprio qui che la politica, le istituzioni devono impegnarsi per dare subito risposte serie, rapide e risolutive. Il problema si fa sempre più urgente se consideriamo anche “la nascita zero” cui l’Italia sembra ancorata da anni.
Di là dalle tante contraddizioni e difficoltà tra leggi, istituzioni con cui questi cittadini devono confrontarsi ogni giorno, sulla base della tua esperienza e conoscenza come valuti il rapporto diretto tra cittadini romeni e italiani?
Bene molto bene, tra questi due popoli l’integrazione ha fatto passi enormi. Sia da parte dei romeni che degli italiani. Moltissime sono le badanti romene a cui affidiamo i nostri anziani e i nostri figli. Proprio perché c’è fiducia e rispetto. Il loro lavoro rappresenta oggi il 5% del Pil italiano. Purtroppo per anni, da molte parti politiche si è voluta cavalcare la Romeno fobia (una fobia verso lo straniero che prima ha toccato i polacchi e poi gli albanesi) alimentando paure per effimeri consensi elettorali. Anche contro gli stessi interessi nazionali.
Volendo fare un appello alle nuove generazioni affinché quello dell’integrazione tra popoli sia un vero percorso da perseguire per l’interesse generale di noi italiani ancor prima dei romeni, cosa diresti?
Oggi, in Italia, la comunità romena rappresenta la maggioranza dei lavoratori in agricoltura, edilizia, assistenza socio sanitaria alle persone. La nuova classe operaia. Mi sia consentito ricorrere a questo frasario oggi demodé. Se la politica vuole tornare a rappresentare gli interessi del mondo del lavoro deve avere la capacità di rappresentare anche la comunità romena e non solo. Qui i giovani possono e devono fare molto; come nel mondo dello sport, della cultura e delle arti, e del turismo per far capire che le differenze tra questi due popoli sono sempre minime e facilmente integrabili.
Credi che il ruolo dell’Europa sia fondamentale in questo processo d’integrazione tra Italia e Romania?
Certamente il ruolo dell’Europa è fondamentale in questi processi d’integrazione. Un’Europa capace di guardare più al sociale che ai conti bancari. Un’Europa capace di essere più unione tra popoli che una solo unione tra cancellerie. Un’ Europa capace di universalizzare sempre più le sue leggi e la sua burocrazia. Una Europa che deve contribuire a costruire una unica coscienza politica culturale tra tutti gli europei per poter poi affrontare l’ancora più difficile integrazione con i popoli degli altri continenti.
Anna Grifone